La mia raccolta poetica “Il mito al femminile” risale al 2016, pubblicata dalla casa editrice Helicon di Poppi (Arezzo).
Amo tutte le mie “creature”, ma queste in particolare mi rispecchiano. Sono poesie nate parallelamente allo svolgersi del corso di scrittura e lettura “l’Officina dello scrivere ad alta voce”, che nell’autunno 2014 vide la luce qui, alla Spezia, da un’idea e una pronta collaborazione tra me e l’amica collega Rosa Anna Ianni. Il tema del corso di quell’anno era: “La donna in letteratura”, intendendosi donna come protagonista di storie incentrate su di lei, ma anche donna come autrice essa stessa, argomento vastissimo ed inesausto. Avevamo cominciato dai primordi, dalle figure femminili della Bibbia, passando via via attraverso il mito, il mondo greco latino ecc. A questo punto, mi erano venute a trovare (perché sempre così accade: non sono io a cercare i protagonisti, i “personaggi” dei miei scritti, o come volete chiamarli, ma sono loro che si presentano a me e chiedono di essere ascoltati), mi erano venute a trovare, dicevo, le dee dell’Olimpo, ed anche alcune eroine del mondo epico, della tragedia greca, e perfino creature “mostruose” che mai personalmente avrei cercato…
Venivano a chiedermi, forse, giustizia. E una voce femminile che desse spazio alle loro voci. Un punto di vista differente da quello maschile, seppure immenso, che le aveva create. Non potevo che ascoltarle. E non me ne sono pentita.
Perché loro sono straordinariamente vere ed attuali, trasposte nel mondo contemporaneo, sono vive, soffrono e gioiscono e s’indignano, chiedono rispetto e attenzione, svelano verità nascoste, non si lasciano abbattere dalle delusioni né dagli abbandoni, sono donne che sanno risorgere e rinnovarsi ogni giorno. Non sono pupattole rifatte, naso bocca tette gonfiate.. o simili, la loro bellezza è naturale ed interiore, ognuna ha un’anima da espandere, una voce, un canto, una vibrazione, un suono da lanciare fuori. Non sopportano di essere imbavagliate, etichettate, schedate, omologate. Si offrono, si aprono, si denudano, si amano. Sono donne che, attraverso le prove della vita, hanno imparato ad accettarsi e, seppure faticosamente, ad amarsi.
Colgo l’occasione, essendomi stato proposto recentemente da Susanna Musetti, artista creativa ella stessa e fondatrice del Premio letterario “Città di Sarzana” a cui ho partecipato vari anni come concorrente e come giurata, di parlare di questo libro online, in attesa di questo gradito collegamento (il cui risultato è un’incognita, data la mia scarsa abilità tecnologica) colgo l’occasione appunto, per riprendere alcune di queste figure femminili e dedicare loro, una alla volta, lo spazio che meritano su questa mia “rubrica” o “blog” o come vi pare chiamarlo. Comincerò con Athena, la cui poesia è stata apprezzata e scelta per essere inserita in numerose antologie. Lei, apparentemente così “fredda” e “corazzata” e “rigida”, credo si sia persino un poco stupita, forse avrà lanciato un urlo belluino… uno dei suoi.
A risentirci con Athena, quindi.