<< Dovremmo farli incontrare>>, edito da Helicon 2008, è il mio primo romanzo, una piccola storia che ha come protagonisti due ragazzini intraprendenti e due adulti bisognosi di aiuto… Un romanzo semplice, una storia d’amore pulita, che rasenta l’ingenuo, ma amo particolarmente perché piaceva tanto a mamma (la mia lettrice numero uno), diceva che a leggerla le pareva di trovarsi anche lei in montagna, a respirare aria pura. Quella fu, d’altra parte, la prima volta in cui mi uscirono dalla penna dei personaggi veri e propri con cui confrontarmi e scoprii presto che – come afferma Pirandello – io li avevo generati, ma loro già vivevano di vita propria.
Nella nota introduttiva al libro scrissi così:
La genesi di questa storia risale al periodo del mio primo approccio con la scrittura. Ricordo un’estate torrida e un quadernone verde a righe che portavo sempre con me, sulle cui pagine andavano componendosi scene e materializzandosi personaggi la cui esistenza, fino a poco prima, avevo ignorato, ma che ora chiedeva prepotentemente di essere riconosciuta.
Ricordo lo stupore con cui contemplavo quel mondo immaginario sgusciato su carta davanti ai miei occhi; ricordo la passione che presto mi catturò, spingendomi ad assecondare il gioco della mente, a montare e smontare cene, a soffermarmi sulla cura dei dettagli, a porre attenzione allo sviluppo di emozioni e sentimenti, a creare situazioni di incontro-scontro consone a quelle tiranniche creature saltate fuori da chissà quali meandri, per riempirmi di divertita meraviglia.
Se è vero che – come l’etimologia insegna – il testo è un tessuto di parole, il filo di queste andava tracciando sul foglio l’abbozzo di un disegno, l’inizio di qualcosa…. Proprio così scrissi nell’intestazione sulla prima pagina :<<Inizio di qualcosa…>>.
Ricordo che non stetti a chiedermi quanto tempo ci sarebbe voluto per realizzare la “cosa”, né dove essa mi avrebbe condotta. Mi misi semplicemnete a seguire quel magico filo (identico a quello di Arianna…)